Innanzitutto, se proprio voglio essere stronzo, posso dubitare di ogni cosa, cadere nel Solipsismo, e arrivare a mettere in discussione il tessuto stesso della realtà. Questa strada non mi sembra utile da seguire, né concretamente percorribile. Posso anche accettare filosoficamente di non poter essere sicuro di nulla in maniera assoluta, ma non posso agire di conseguenza. Sono costretto ad assumere che la realtà sia reale e a poggiare i miei pensieri e le mie azioni su un insieme di credenze che ritengo vere (o quantomeno accurate abbastanza). Non ho alternative, anche volendo.
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- Ciò che credo è falsificabile? Esiste, almeno in teoria, un’osservazione che mi costringerebbe a metterlo in discussione?
- Le prove a supporto sono replicabili sperimentalmente? Se avessi le giuste conoscenze e attrezzature, potrei indagare quelle prove?
- Cosa dice la scienza in merito? C’è una teoria che incontra il favore della gran parte della comunità scientifica? Ci sono teorie contrastanti? C’è un dibattito aperto?
- Qual è la fonte delle prove? Ha dimostrato di essere consistentemente onesta e affidabile? È neutra o si trova in conflitto di interessi?
- I ragionamenti alla base della credenza sono razionali o presentano salti logici e fallacie?
- Sono soggetto a qualche bias o pregiudizio che mi spinge verso una certa posizione? Sto facendo delle assunzioni ingiustificate?
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Un importante “corollario” che deriva, più o meno, da tutto questo discorso è la questione dell’onere della prova. Devo evitare di credere a qualsiasi affermazione fino a prova contraria, ma chi è responsabile di portare quella prova? Semplice: chi fa l’affermazione. Conduciamo un’esperimento mentale per vedere perché è questo il caso.
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Credere senza prove porta a contraddizioni di ogni tipo, dato che si può asserire X e non-X con la stessa facilità. L’onere della prova, quindi, spetta a chi afferma e la posizione più razionale, in mancanza di buone ragioni, è il rifiuto della credenza.
Attenzione che ciò non significa né che non possa scegliere di indagare da me, né che la persona abbia necessariamente torto — anche l’affermazione opposta andrebbe dimostrata. Significa solo che sono legittimato a non credere se non ci sono buone ragioni e non ho nessun dovere di portare prove contro. “Non puoi dimostrare il contrario” è una diretta violazione di questo principio e non prova nulla. È un argomento fallace. L’assenza della prova non è prova dell’assenza. Solo chi non ha buone ragioni da offrire usa un artificio retorico simile dato che, se ne avesse, porterebbe quelle invece di tentare di scaricare i suoi doveri sull’interlocutore.
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