È molto difficile che qualcuno abbia cercato di mettere insieme la conoscenza di Cristo e l’idea di evoluzione, come ha fatto lo scienziato e teologo p. Pierre Teilhard de Chardin, S. J. La sua affascinante visione rimane controversa e tuttavia rappresenta per molti una grande speranza, la speranza che la fede in Cristo e un approccio scientifico alla realtà del mondo possano essere insieme ricondotti ‘sotto un solo capo’, sotto Cristo ‘l’evolutore’. Teilhard ritiene che l’universo sia un immenso moto ascensionale verso una sempre più elevata complessità ed interiorità, dalla materia alla vita, allo spirito. Si tratta di un movimento finalizzato (e in ciò Teilhard si differenzia da chi ritiene l’evoluzione senz’alcuna direttrice), il quale va dalla geogenesi alla biogenesi e quindi alla psicogenesi. Questo movimento ascendente è tuttavia completato allorquando la “Cristogenesi” emerge dalla cosmogenesi. In quest’ascesa, l’evoluzione finisce di essere passivamente subita sino all’apparizione dell’uomo e raggiunge la fase di autoevoluzione. A sua volta, questa perviene all’apice con l’apparizione di Cristo. Egli diviene il centro visibile dell’evoluzione ed anche il suo fine, il “punto Omega”. Il Logos incarnato, che ad un certo punto si manifesta in forma visibile sull’asse evolutivo, era stato in precedenza l’invisibile “motore dell’evoluzione”. Cristo, alla testa del corpo cosmico, completa ogni cosa, guida ogni cosa e perfezione ogni cosa. “L’intero universo è ipso facto modellato dalla sua personalità, determinato dalle sue scelte e animato dalla sua forma.” Secondo Teilhard, Cristo diviene l’energia dello stesso cosmo. Poiché con l’Incarnazione Dio si è “immerso” nella materia, in essa e dal cuore di essa egli realizza “la guida e la pianificazione di ciò che noi oggi chiamiamo ‘evoluzione’.” L’Incarnazione determina una sorta di “Cristificazione” del cosmo.
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